LA CADUTA DI ICARO
Affresco del triclinio (b) della “Casa del Sacerdos Amandus” di POMPEI
Conservato oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli e datato tra il 40/79 d.C. l’affresco è il secondo con questo tema della “Caduta di Icaro” ritrovato a Pompei, l’altro fu scoperto nella Villa imperiale (così chiamata perché ricorda le ville imperiali) a ridosso delle mura nei pressi di porta Marina.
Questo affresco invece fu trovato tra il 1912 ed il 1923 all’interno della “Casa del Sacerdos Amandus” casa posta su Via dell’Abbondanza e che prende il nome dalle scritte elettorali ritrovate all’ingresso. La residenza aveva scritte sulla porta d’ingresso a sostegno di un sacerdote ( Sacerdos Amandus) del tempo mentre su un’altra parete esterna c’era l’iscrizione in osco “Spartacs” su uno dei gladiatori raffigurati.
L’affresco dedicato alla Caduta di Icaro fu però ritrovato all’interno nella zona del triclino che conserva sulle quattro pareti decori di III Stile con raffigurazioni mitologiche. ll triclinio era il locale in cui veniva servito il pranzo nelle case degli antichi romani.
Il Mito di ICARO
Nelle “Metamorfosi” è Ovidio a raccontare la Storia di Icaro, figlio dell’inventore Dedalo e di Naucrate, una schiava di Minosse.
Attraverso quest’opera, ultimata poco prima dell’esilio dell’8 d.C., Ovidio ha reso celebri e trasmesso ai posteri numerosissime storie e racconti mitologici della classicità greca e romana.
Nell’isola di Creta il re Minosse aveva chiesto a Dedalo di costruire il labirinto per il Minotauro. Il Re per non far svelare a nessuno come si uscisse dal labirinto decise di chiuderci dentro le uniche due persone che potevano rivelarlo, cioè il costruttore con il suo figlio Icaro.
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Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera. Icaro, malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo vicino al sole per evitare che la cera si sciolga, si avvicinò troppo, il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì.
Il padre arrivò sano e salvo in Sicilia dove costruì un tempio dedicato ad Apollo, in memoria del figlio. Secondo la maggior parte delle versioni il corpo di Icaro non poté essere recuperato, con conseguente impossibilità per la sua anima di accedere nel regno di Ade: solo Ovidio dice che Dedalo, scorto il cadavere del figlio in balia delle onde, volò giù a prenderlo, per poi dargli onorata sepoltura.
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